lunedì 19 ottobre 2015


«Morirò lunedì in Svizzera»

Simon Binner ha 57 anni, lo scorso gennaio gli è stata diagnosticata la Sla e ha scelto di morire grazie all'eutanasia. L'annuncio sul suo profilo professionale Linkedin

«Sono morto lunedì 19 ottobre 2015, nella clinica Eternal Spirit, e il mio funerale si è tenuto venerdì, 13 novembre 2015». Simon Binner, 57 anni, direttore dell'organizzazione sanitaria Caremark con sede a Londra, ha annunciato con queste parole, pubblicate sul suo profilo professionale Linkedin, di aver scelto l'eutanasia.
 

1 commento:

Fabio e Fabrizio ha detto...

«Sono morto lunedì 19 ottobre 2015, nella clinica Eternal Spirit, e il mio funerale si è tenuto venerdì, 13 novembre 2015». Simon Binner, 57 anni, direttore dell'organizzazione sanitaria Caremark con sede a Londra, ha annunciato con queste parole, pubblicate sul suo profilo professionale Linkedin, di aver scelto l'eutanasia.





Lo scorso gennaio gli è stata diagnosticata una sclerosi laterale amiotrofica aggressiva, malattia rara del motoneurone che danneggia progressivamente parti del sistema nervoso e per cui ancora non esiste una cura.

«Già mentre guidavo verso casa dopo la diagnosi ho deciso cosa avrei fatto quando il mio tempo fosse scaduto. La mia malattia accelera molto velocemente: inizialmente mi avevano detto sarei vissuto fino al 2017-2018, ma si sa: la medicina è una scienza inesatta», ha scritto su LinkedIn Simon Binner - «Non consiglio la Sla a nessuno! Meglio avere un ictus o essere uccisi all’istante da un conducente ubriaco!».

LA BATTAGLIA PER L'EUTANASIA
In poco meno di sette mesi la vita di Simon Binner è cambiata drasticamente, le condizioni di salute dell'uomo sono peggiorate in fretta, al punto di non essere nemmeno più in grado di «tagliarsi le unghie da solo», come ha raccontato in un video realizzato insieme alla moglie e pubblicato su Facebook. «Sarebbe bello e meno terribile morire nella propria casa», ha spiegato Simon che insieme alla moglie si sta battendo perché in Inghilterra diventi legale l'eutanasia. «Se gli fosse stato concesso di farlo in Gran Bretagna - ha aggiunto la moglie Debbie - sarebbe rimasto in vita più a lungo, magari fino a Natale».

Già in passato Simon e sua moglie si sono dovuti confrontare con la lunga malattia della figlia Chloe Drury, di diciotto anni, colpita da un raro tumore osseo e deceduta nel 2013, a causa della sua giovane età, le furono rifiutati farmaci salvavita.

Da Londra, dove Simon e Debbie vivono, lunedì si recheranno per l'ultimo viaggio insieme a Basilea dove i medici dell'Eternal Spirit Clinic aiuteranno Simon a morire serenamente.