lunedì 25 agosto 2014

IceBucketChallenge per la Sla,

 doccia gelata anche per Renzi

La gara di solidarietà per raccogliere fondi per la malattia diventa virale, trainata da numerosi volti famosi. Un successo che ha portato a una raccolta record in donazioni, offuscato solo dalla morte di Corey Griffin, co-fondatore dell'iniziativa, dopo un tuffo in Massachusetts Come un hashtag può raccogliere 31 milioni di dollari




1 commento:

Fabio e Fabrizio ha detto...

Renzi e il secchio d’acqua in testa, ultima puntata di questa “moda” estiva (il video qui sotto).
Ma il secchio d’acqua in testa, o doccia gelata: che cos’è? Che cos’è questo Ice Bucket Challange?

E’ anche uno “svago”. C’è un momento in cui non si parla più di Ebola, della crisi di follia della nostra cronaca che racconta atti violenti anche su bambini, o della crisi economica che sta inginocchiando il paese. E’ il momento in cui nel giornale, in rete, o sui tg ci si imbatte sulle “secchiate d’acqua”.

Lo definiscono fenomeno virale, cioè che si attacca tirando in ballo il prossimo. Non riguarda un virus ma un atto mediatico, destinato ad esser visto e a far parlare di se’.
Ice Bucket Challange (la sfida del secchiello ghiacciato) è stato inventato da ragazzi americani che lo hanno lanciato magari senza sapere che si sarebbe trasformato in una sfida globale attraverso la rete.

Campagna raccolta anche da Bill Gates e Mark Zuckerberg, la doccia ghiacciata è nata per fini benefici, da noi per raccogliere fondi per la Sla. La modalità è molto semplice: si versa (o ci si fa versare) l’acqua sulla testa, si pubblicano le prove sui social e si fanno le “nomination”, cioè si chiede ad altre persone di fare lo stesso.

Ieri è stata la volta del presidente del Consiglio. Matteo Renzi si è versato un secchio d’acqua gelata addosso, nel giardino dell’albergo che ospita le sue vacanze in Versilia e, dopo aver ringraziato i “simpaticoni” che lo avevano nominato, ha ricordato la battaglia di Stefano Borgonovo e la sua grande dignità.
Le “nomination” di Renzi: Roberto Baggio «perché ha fatto dal primo giorno la battaglia assieme a Borgonovo, riempiendo l’Artemio Franchi per la fondazione Borgonovo», Paolo Livoli, «compagno di scuola storico, fa il medico e si occupa nel servizio sanitario proprio dei malati di Sla», «I direttori di riviste, giornali e tg, perché sarebbe il segno che di Sla non si parla solo quando ci sono gesti come questo».

Vittima del secchio d’acqua gelata addosso ieri anche il sindaco di Milano che ha a sua volta nominato George Clooney, oltre al presidente della Juventus, Andrea Agnelli, che ha nominato fra gli altri il presidente della Federcalcio, appena eletto fra le polemiche, Carlo Tavecchio. Infine doccia gelata anche per il vincitore del Tour de France, Vincenzo Nibali, che ha nominato il ferrarista Fernando Alonso, la tennista Flavia Pennetta e Lorenzo Jovanotti.

I protagonisti della secchiata donano un minimo di 10 dollari, ma soprattutto contribuiscono alla campagna mettendosi in gioco. E proprio questa visibilità fa storcere il naso a qualcuno. L’accusa più esplicità? Servirebbe a farsi pubblicità per rimpolpare la propria notorietà cavalcando la mission sociale portando in dote un carico di umanità positiva che si associa automaticamente al personaggio pubblico.

Utile comunque? Pensiamo di sì, ma ai posteri (e agli asciugamani) l’ardua sentenza.

Giorgia Pradolin