giovedì 25 aprile 2013

Piergiorgio Corno,
il ruggito dell'ex calciatore dell' Atalanta
combatte da 20 anni contro la SLA


1 commento:

Fabio e Fabrizio ha detto...

Concorezzo. Lui, sulle mitiche figurine Panini, c'è stato. Piergiorgio Corno è uno di quei nomi che, tra i capelli grigi di Concorezzo, evoca il fascino di un calcio antico, faticoso, nobile, educato. Anni Cinquanta e Sessanta, quando da Concorezzo partì anche la brillante carriera di Luigi Paleari. Corno è uno di quegli eroi che si sono formati nella vita quotidiana, più che sui campi di calcio, e la sua vera partita l'ha combattuta e la combatte da quando ha appeso le scarpe al chiodo. Classe 1943, due figli, l'ex calciatore di Atalanta (in serie A) e Como (in serie C) lotta da 20 anni contro la Sla, quel morbo di Gehrig che ha colpito a tradimento moltissimi calciatori e che ha commosso e informato l'Italia e l'Europa con la vicenda di un'altra stella del calcio, Stefano Borgonovo.
La storia di Corno venne raccontata nel 2003 anche dal Corriere della sera, nel pieno delle inchieste della magistratura per fare luce sulle cause del morbo.
E questa mattina, dopo altri dieci anni di lotta, è ancora Corno a commuoverci, con una lettera al quotidiano La Provincia di Como che è un sensazionale inno alla vita.


Lui (qui sopra in una foto della Provincia di Como del 2011, altre foto sono invece pubblicate sul giornale comasco in edicola oggi) che si firma con tanto di mail ( piergiorgio@mcnsrl.itQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. , per chi volesse scrivergli), racconta il suo traguardo, quel "ventesimo anno di malattia: sclerosi laterale amiotrofica". "Penso di essere, grazie a Dio, tra i più longevi di questa terribile patologia. Una malattia crudele che man mano s'impadronisce dei muscoli, "ruba e distrugge tutti gli strumenti agli orchestrali", e non respiri più. Il mio scritto vuole testimoniare che è pure bello vivere anche con la Sla e dare, se possibile, una speranza ai tanti malati nella nostra provincia". Corno racconta la fatica e i costi della convivenza con la Sla, ma è fermo nel suo inno: "Ho scelto di vivere, a dispetto di chi pensa che quella scelta non sia una vita dignitosa". Parole che colpiscono come un pungo allo stomaco, che fanno venire i brividi sulla pelle mentre scorrono le foto della sua carriera da calciatore e da rappresentante di vini. L'Archivio storico di Concorezzo lo immortala negli anni Sessanta con la divisa del Como (lui è il secondo accosciato da sinistra, il primo in piedi da sinistra è Paleari), e in tanti in paese lo ricordano sempre con affetto. Corno nella lettera al quotidiano comasco racconta la sua normalità, l'amore della moglie Mariagrazia, la forza del sorriso dei "sei splendidi nipoti", la vicinanza dei figli e degli amici. La Sla vuole prendersi la sua vita, ma lui ha detto no: gioca a carte, legge, usa un computer oculare, fa ginnastica lieve tre volte al giorno, ha scritto anche un libro, "Volare... sulle ali di tre vite". "Penso che la sofferenza non abbia nessun senso se non è intesa come un percorso che ci conduce a riconoscere la nostra debole natura umana, e per i credenti come me è motivo di consolazione abbandonarsi ad una volontà superiore". Una lezione da leggere e rileggere. Grazie, Piergiorgio.

BIOGRAFIA. Corno, classe 1943, dopo aver giocato a Concorezzo, è approdato all'Atalanta in serie A, il Como in C (sette presenze nel campionato ' 65-' 66), poi il Gallarate, il Seregno, il Visnova a Giussano. Con il Como arrivò terzo in campionato al fianco di Gedeone Carmignani e Giorgio Canali. Era una bella ala destra, come si diceva ai tempi. Poi ha fatto il rappresentante di vini pregiati. Nel 1994 i primi sintomi della malattia. Oggi il suo inno alla vita è ancora più forte