giovedì 15 novembre 2012

"TRA CINQUE ORE SAREMO MORTI"

Hanno deciso di presentarsi davanti al Ministero dell'Economia senza il loro ventilatore polmonare di scorta. Il ventilatore in uso ha una durata di cinque ore, e quindi qualora non dovessero avere ascolto e ottenere risultati, cinque ore dopo sarebbero privi di ausilio per la respirazione e destinati alla morte.

In pratica morirebbero davanti al Ministero, e davanti alle telecamere.
Sotto gli occhi dell'intera nazione

"MORIRE PER UN DIRITTO ANNULLA L'ESISTENZA DEL DIRITTO"


FACCIAMO QUALCOSA... VI PREGO !!! NON POSSIAMO LASCIARLI SOLI !!!

2 commenti:

Fabio e Fabrizio ha detto...

Mi lascia sbigottita la forma di protesta estrema che hanno deciso di adottare alcuni malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica, anche a nome di tutti gli altri disabili gravi, il prossimo 21 novembre.

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www.myenergy.itHanno deciso di presentarsi davanti al Ministero dell'Economia senza il loro ventilatore polmonare di scorta. Il ventilatore in uso ha una durata di cinque ore, e quindi qualora non dovessero avere ascolto e ottenere risultati, cinque ore dopo sarebbero privi di ausilio per la respirazione e destinati alla morte.

In pratica morirebbero davanti al Ministero, e davanti alle telecamere. Sotto gli occhi dell'intera nazione.

Sono sicura che non si arriverà a simili estremi; anche perché significherebbe il punto di non ritorno per il nostro Paese. Il taglio totale dell'assistenza a categorie di cittadini così svantaggiate, poi tamponato con la miseria di 200 milioni neppure finalizzati, è un altro chiodo nella bara della nostra convivenza civile, già abbastanza martoriata per alimentare l'insaziabile mostro della finanza europea.

Non ho mai approvato la protesta autolesionista, preferendo quella più "fattiva", ma come potrebbero altrimenti farsi sentire dei disabili gravissimi? Non possono certo mettersi a fare la rivoluzione. E così usano per protestare l'unica forza che paradossalmente hanno: la loro malattia. Spinta fino all'estremo.

Mi sforzo molto di non odiare, perché è un sentimento così negativo. Ma diventa ogni giorno più difficile.

Fabio e Fabrizio ha detto...

Lasciare morire i malati di Sla?
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La soluzione del problema potrebbe essere questa: lasciarli morire. Perché questo si rischia se il governo non interverrà, come aveva promesso, sulle richieste dei malati di Sclerosi laterale amiotrofica. Perché la maggioranza prima aveva approvato, in Commissione affari sociali, un impegno di 900 milioni di euro per tutte le esigenze sociali (quindi anche quelle riguardanti la Sla). Di fronte all’indignazione dell’opinione pubblica e della politica, il ministro Grilli aveva garantito che sarebbero stati trovati i fondi per le disabilità. Invece gli stanziamenti sono stati tagliati in sede di Bilancio, e da 900 si è scesi a 500, di cui 300 alle politiche sociali e 200 alla non autosufficienza.
I malati avevano annunciato che dal 16 novembre avrebbero ripreso lo sciopero se le loro richieste non fossero state accolte. E così hanno fatto: stamattina hanno iniziato a mettere in atto sciopero della fame al 50 per cento, con un rischio che è facilmente intuibile sulle conseguenze.
Certo, si tratta di una protesta estrema, e come già scritto, drammatica, disperata. Secondo alcuni è anche ricattatoria, perché rinunciare ad alimentarsi per chi vive già in condizioni difficili, è una scelta dirompente, che scuote l’opinione pubblica e la coscienza di tutti. E’ una protesta che non lascia indifferenti.
Ma ognuno ha le proprie armi – anche violente – per manifestare: c’è chi sfila pacificamente in corteo, chi fa sit -in, chi lancia sassi, chi fa lo sciopero della fame. Quello dei malati di Sla è un atto non violento, eppure molto forte, di grande impatto. La Fish, federazione italiana per il superamento dell’handicap, ha già lanciato un appello ai malati affinché lo sciopero finisca subito, e alla maggioranza di governo per finanziare con più soldi il Fondo per la non autosufficienza.
Spero che l’appello venga raccolto prima possibile. Tra l’altro alcuni malati hanno già fatto sapere che – in aseenza di una risposta positiva alle loro richieste – il 21 novembre si presenteranno davanti al ministero dell’Economia senza ventilatore polmonare di scorta, il che significa che dopo 5-6 ore le batterie si scaricheranno: senza ausilio seguirà il soffocamento.
Si vuole lasciare morire i malati di Sla?