giovedì 23 giugno 2011



MALATO DI SLA ACCUSA:


NON POSSO CURARMI, MEGLIO MORIRE



Debbo curarmi a mie spese, meglio togliere il disturbo.

Roberto D. compira' 50 anni il prossimo novembre, ma dice di avere il destino segnato

1 commento:

Fabio e Fabrizio ha detto...

Malato di Sla, un uomo di Fossacesia (Chieti) accusa: debbo curarmi a mie spese, meglio togliere il disturbo. Roberto D. compira' 50 anni il prossimo novembre, ma dice di avere il destino segnato. Nel marzo 2010 ha contratto la sclerosi laterale amiotrofica (quella che ha colpito molti calciatori), patologia confermata dagli ospedali di Lanciano (Chieti) e Ancona, con tanto di approfondimento clinico a Roma, Milano, Torino e Chieti. "Il responso di tutti gli ospedali - afferma Roberto - e' stato: malattia incurabile, fondamentale la fisioterapia cinque giorni la settimana. Dopo un mese e mezzo dalla diagnosi e dopo tre visite della commissione medica, che deve giudicare la mia malattia, devo ancora ricecere l'accreditamento della legge 104, fondamentale per la mia vita. Mi hanno accordato solo tre giorni di fisioterapia la settimana. Per entrare nella sperimentazione con l'epo, occorre effettuare analisi di routine, tra cui ecocolordoppler, ecocardiogramma e visita cardiologica. L'attesa negli ospedali pubblici per queste analisi e' di un anno e mezzo. Per far prima ho speso 240 euro.
Ricordo - prosegue il paziente - che i malati di Sla dopo tre anni, in genere, muoiono: la mia attesa di vita, dunque, e' di un anno e mezzo. Oggi, inoltre, nell'andare a fare fisioterapia al centro San Ste.far. a Lanciano mi viene detto che da domani saranno tutti in cassa integrazione per mancanza di fondi. I dipendenti non ricevono lo stipendio da vari mesi e lavorano stoicamente per i malati. Cosi' da domani saro' un uomo sano, in quanto non potro' curarmi, se non a pagamento, perche' la sanita' abruzzese manda in cassa integrazione chi lavora con i malati. La San Ste.far -ironizza Roberto - e' un'azienda a cui Marchionne (l'ad della Fiat ndr) avrebbe fatto immediatamente il contratto aziendale, in quanto produce a pieno ritmo senza pagare i dipendenti e senza tener conto del prodotto finale: i malati. E dire che il lavoro non manca: oggi in un'ora sei malati hanno chiesto di essere curati e altri sono in lista d'attesa per la riabilitazione logopedistica. Come si risolve, allora, il problema? La scelta mi e' stata indicata da due amici, Romano C. e Roberto D.N., che hanno scelto la via del paradiso pur di alleviare le casse della sanita' abruzzese.
Grazie a loro per il consiglio. Provvedero' al piu' presto".