lunedì 25 ottobre 2010


Struttura modello a Inzago

Aiutiamo malati di Sla a vivere
Compie un anno la prima casa in Italia
dedicata ai pazienti con sclerosi.
È una residenza di cura e sostegno a malati e famiglie

1 commento:

Fabio e Fabrizio ha detto...

Compie un anno la prima «casa» d’Italia per i malati di sclerosi multipla e sclerosi laterale amiotrofica (Sla). È una residenza di cura e sostegno a malati e famiglie. Accoglie storie disperate di sfortuna e accanimento del destino. Ma è anche la casa dove un bambino di tre anni, nato durante la malattia della sua mamma ora 34 enne, passa tre pomeriggi alla settimana, spingendo la carrozzina della madre nei corridoi, coccolato da tutto il personale.

È la casa di un giovanissimo senegalese finito in coma dopo una banale operazione, e dei suoi genitori, che raccontano rabbia e speranze con il sorriso. È la casa di un anziano professore di liceo ammalato, di un’ex insegnante, di malati di ogni età e di ragazzi giovanissimi colti di sorpresa dalla malattia, che in passato sarebbero stati destinati a centri psichiatrici o a residenze per anziani. Una casa per gli ammalati, ecco quello che ha voluto, e tenacemente realizzato, la presidente della Lega Italiana sclerosi multipla (Lism) Maria Emanuele, una storia di malattia e miracolosa guarigione alle spalle, una nuova vita interamente dedicata ad aiutare i malati meno fortunati. A compiere il prodigio lo staff della Fondazione Sacra Famiglia di Cesano Boscone che gestisce la struttura. «Come Lism non avremmo mai potuto sobbarcarci questo compito - dice la Emanuele - la Sacra Famiglia ha fatto un miracolo, sta facendo un lavoro meraviglioso».

Un edificio modello con degenza, sale, ambulatori e palestra, uno staff dai grandi numeri: 7 infermieri e un coordinatore, 3 fisioterapisti, fisiatra e neurologo, educatore e assistente sociale, due medici internisti, 31 ausiliari e uno stuolo di volontari, 35, tutti reclutati a Inzago. Il compleanno si celebra con l’ingresso del quarantesimo malato, che porta la struttura a regime, e si attende l’accreditamento per nove posti letto. La struttura è unica nel suo genere, e l’emergenza sempre maggiore: «Abbiamo richieste d’inserimento continue».

di Monica Autunno