mercoledì 27 maggio 2009



TRUFFA BEIKE:
NON LO DICE SOLO CINZIA LACALAMITA



numero di giugno 2009 di FOCUS


nel quale il professor Cossu esprime chiaramente


il suo pensiero in merito a Beike Europe.




2 commenti:

Anonimo ha detto...

30/04/09
Gli intrighi di Beike Europe

Comunicato Stampa con preghiera di attenta lettura e diffusione


Andrea Mazzoleni, ex infermiere sospeso dall’albo a seguito dell’accusa per truffa ripetuta, che gli è costata l’arresto quando nel 2007 era direttore amministrativo della clinica privata Gulliver, oggi ricopre il ruolo di vicepresidente dell’azienda di biotecnologia Beike Europe. Gianni Demarin, noto alle cronache del Cantone Ticino per aver tentato di arricchirsi attraverso la vendita di miracolosi beveroni dimagranti, di stupefacenti drink in grado di annullare il tasso alcolemico in pochi istanti, di portentose creme per il rassodamento e l’aumento del seno e di strabilianti accessori per l’elettrostimolazione, è il direttore della Beike Europe. Una coppia pericolosa quella di Mazzoleni e Demarin: i due loschi personaggi, a volte presentandosi con tanto di nome e cognome, altre attraverso l’utilizzo di account falsi, si insinuano nei forum di persone con familiari afflitti da SLA, Sclerosi Multipla, Atassia, Paralisi cerebrale, Ipoplasia del nervo ottico, Ictus infantile, Atrofia del cervello e Atrofia Muscolare Spinale. Il tentativo è quello di adescare nuovi pazienti a cui spillare cifre da capogiro in cambio del miracolo della guarigione. Ampiamente smascherati tanto dall’inchiesta svolta dal programma Falò, quanto da quella ad opera di Mi Manda rai Tre, “il gatto e la volpe” continuano ad agire indisturbati. Al momento utilizzano in ampia misura il noto social network Facebook: il loro gruppo ha oltre 7000 iscritti. Mazzoleni si definisce vittima di calunnie e mentre, novità dell’ultimo periodo, butta fumo negli occhi spacciandosi per “Cavaliere del Sacro Romano Impero”, ci sono persone disperate che ogni giorno cadono nella sua rete.

Si prega di diffondere il più possibile.


di Cinzia Lacalamita

Anonimo ha detto...

NESSUN MIRACOLO CINESE

Il 21 dicembre 2004 su Repubblica uscì una mia intervista con Vanessa Wessels, ammalata di SLA, che era venuta a Pechino per tentare un’ultima speranza: la cura del prof.Hang a base di cellule embrionali. Quella cura non prometteva guarigioni, ma un parziale miglioramento della mobilità, e nel reparto del prof. Hang affluiscono pazienti dal mondo intero. Vanessa è morta, e questa è la testimonianza che ricevo dall’amica che l’ha assistita, Carla Perli:

“La mia storia con Vanessa ha inizio nel sett. 2003 per caso tramite un amica in comune, ho iniziato a “lavorare” per lei prima 2 ore al giorno, poi dalle 8 -12 ore, fra di noi si è instaurato un bellissimo rapporto di grande amicizia e fiducia reciproca. Vanessa era già divorziata e con sé aveva i due figli che al momento avevano 7 e 9 anni.

Quando lei ha avuto la tracheotomia nel aprile 2005, dopo pochi mesi che eravamo tornate da Pechino, non ha potuto più parlare, allora tramite una lavagna trasparente con attaccate le lettere dell’alfabeto io potevo comunicare con lei, ed ero la portavoce per i figli e per tutte le persone medici amici che venivano a trovarla.

E’ una malattia veramente crudele, piano piano tutti i giorni ti prende un qualcosa del tuo corpo, fino da ultimo come era lei, viso deformato, con la lingua che si spingeva verso il fuori, bocca aperta e occhi chiusi. Per comunicare dovevamo alzare la palpebra e dire una alla volta le lettere dell’alfabeto aspettare che lei movesse la pupilla per dare conferma della lettera, passavano le ore solo per scrivere due righe per i figli. Lei voleva vivere solo per i figli.

Questa è una piccola parte delle problematiche che ci sono per chi è malato e chi gli sta vicino, considerando che aiuti da parte dello Stato non ci sono, se non hai soldi per farti accudire a casa da ragazze preparate o amici, non vivi “bene” il poco tempo che hai, perchè le strutture non ti prendono e non sono preparate a questa tipologia di malattia.

A casa cerchi di farle fare una vita “normale”, dal letto alla potrona e poi tutti i giorni fuori in giardino sdraiata in terra in una coperta a vedere il cielo i fiori,, sempre con l’amico fedele il respiratore Airox. L’intervento in Cina è stato un grande bluff, illude i malati. Vanessa è andata anche a Zurigo, e in Olanda, niente da fare: solo un grande arricchimento per i medici. Sono a disposizione per ulteriori testimonianze. Carla Perli carlaperli@alice.it